24 aprile

UN DRAGO, UN BARO, IL 25 APRILE DI QUEST'ANNO




Per il 25 aprile di quest'anno decisero che i tempi erano maturi e che il colpaccio finale a lungo rimandato poteva essere tentato. 

Gia' dai primi di marzo centinaia di stagisti in tutta italia erano stati messi al lavoro: in cambio di un buono pasto e un biglietto del tram, per otto ore al giorno i cursori sotto pagati dei loro computer avevano passato in rassegna ogni libro, ogni locandina, manifesto od opuscolo legato alla ricorrenza per scovare e sostituire tutti gli elementi inopportuni per il grande restyling in programma. 
Fu cosi' che con un abile colpo di photoshop sparirono dalle foto d'epoca tutti gli sten,  i fucili e  le bombe a mano e al loro posto comparvero bibite energetiche, barrette dietetiche e accessori di moda. 
Sui berretti delle brigate Garibaldi quelle che, nonostante il grigio o il seppia delle foto antiche apparivano come inequivocabili stelle rosse vennero rimpiazzate da sbaffi ed "m" di due famosissimi marchi. Le jeep sullo sfondo divennero Suv e gli sguardi fieri dei combattenti, opportunamente lavorati, si opacizzarono divenendo vacui come quelli dei tronisti.
La famosissima foto delle partigiane a Milano venne affidata personalmente ad Oliviero Toscani che la rivoluziono' in un'ammiccante situazione saffica fra maggiorate vestite D&G con borsa di prada. 
ATTUALIZZARE era la parola d'ordine, "attualizzare per rendere fruibile anche alle nuove generazioni la memoria di quello che e' stato !". Il "che cosa" fosse precisamente stato non era specificato ma il non soffermarsi su "quella antipatica pagina della nostra storia"aiutava a "sopire i passati rancori in  nome di una nuova fratellanza  necessaria in questi tempi di crisi".
Il giorno di quella che per decreto ministeriale si sarebbe d'ora in poi chiamata "la Festa di tutti Noi" i preparativi erano pronti e nulla era stato lasciato al caso:
Le celebrazioni nelle piazze e nei sacrari erano state dirottate nei concessionari e nei grandi magazzini e il ruolo dei cerimonieri era stato affidato a starlette ed opinionisti da talk-show. Le citta' piu' grandi si poterono permettere addirittura qualche calciatore o talento da reality e molto scalpore fecero le veline commosse di fronte alle fosse ardeatine. 
Per evitare spiacevoli interventi da parte dei pochi testimoni oculari ancora in vita venne alzata a tutto volume la musica delle fanfare, cosa sgraditissima ai vecchi, e una selezione di brani fatta da Mtv ando' a coprire ogni voce discordante.
Quei pochi che un lavoro ce lo avevano fecero festa, mentre a tutti gli altri venne fatto un contratto di 24 ore come "ferventi democratici", il lavoro consisteva fondamentalmente nel non rompere i coglioni per quel giorno su quanto e' triste essere disoccupati in cambio di un simpatico gadget offerto dallo sponsor a fine giornata.
Fu cosi' che  la "festa di tutti noi" ando' benissimo: il ministro del lavoro non riusci' a finire il discorso perche' gli veniva da ridere e il Papa organizzo' un angelus fuori programma per far vedere a tutti i bambini come ci si salutava quando anche lui era piccino: un applauso accolse il suo braccio teso al cielo di Roma. 
I politici fecero i loro interventi da dietro dei paraventi per lanciare il concorso: "scopri di che partito sono", molti parteciparono, nessuno vinse , ma tutti si divertirono un casino.
Un pensiero di ringraziamento ando' infine alla polizia che  rinunciando al giorno di festa intercetto' direttamente a casa tutti i noti guastafeste e invidiosi di professione che avrebbero potuto turbare la splendida giornata.
Alla sera tutti esausti ma felici ci addormentammo davanti al telegiornale che mandava servizi sui cuccioli e nessuno resto' impassibile alla notizia che nonostante la festivita' 4 di loro come tutti i giorni erano stati abbandonati.

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